Dopo la morte di Mosè, la guida del popolo di Israele verso la terra promessa passò a Giosuè. Andiamo a leggere cosa successe quando il popolo di Israele si accingeva ad attraversare il fiume Giordano…
GIOSUE’ 3:1-7 1 Quando tutto il popolo ebbe finito di attraversare il Giordano, l’Eterno parlò a Giosuè, dicendo: 2 «Prendete tra il popolo dodici uomini, uno per ogni tribù, 3 e date loro quest’ordine, dicendo: “Prendete dodici pietre da qui, di mezzo al Giordano, esattamente dal luogo dove i piedi dei sacerdoti si erano fermati; portatele con voi di là dal fiume e deponetele nel luogo dove accamperete questa notte”». 4 Allora Giosuè chiamò i dodici uomini che aveva designato tra i figli d’Israele, un uomo per ogni tribù, 5 e Giosuè disse loro: «Passate davanti all’arca dell’Eterno, il vostro DIO, in mezzo al Giordano, e ciascuno di voi prenda sulle spalle una pietra, secondo il numero delle tribù dei figli d’Israele, 6 affinché questo sia un segno in mezzo a voi. Quando in futuro i vostri figli vi domanderanno, dicendo: “Che cosa sono per voi queste pietre?”, 7 voi risponderete loro: “Le acque del Giordano furono divise davanti all’arca del patto dell’Eterno; quando essa passò il Giordano, le acque del Giordano furono divise, e queste pietre saranno per i figli d’Israele un ricordo per sempre”»
Quando si parla di preparazione, ci si riferisce a varie aree della nostra vita. L’area spirituale è la più importante … e Giosuè lo sapeva molto bene. Egli volle assicurarsi che il popolo si trovasse in una condizione di fede affinché potesse essere preparato a quello che stava per accadere.
Il momento descritto in questi versi è proprio il periodo di piena del fiume Giordano e Dio diede delle precise direttive a Giosuè per poterlo attraversare. Tutte le circostanze sembravano avverse, ma ciò che Giosuè chiese al popolo fu la CONSACRAZIONE affinché potessero vedere le meraviglie che Dio aveva preparato per loro.
Se non siamo consacrati a Dio, non potremo mai credere che Egli farà meraviglie nella nostra vita. L’obiettivo di Giosuè era ottenere due cose:
- Che il popolo chiedesse perdono a Dio per i suoi peccati, perché sapeva che non poteva esserci un futuro per chi non era capace di lasciare il suo passato.
- Che il popolo avesse sensibilità spirituale rispetto a ciò che Dio voleva fare. La sensibilità spirituale è la consapevolezza di agire in accordo alla Parola e alla volontà di Dio.
Dio comandò che i primi ad attraversare il Giordano fossero i sacerdoti che trasportavano l’arca. Tale gesto ha certamente un significato spirituale. All’interno dell’arca infatti c’erano tre elementi:
- Le tavole della Legge. Senza la Parola di Dio è impossibile avere la
- La manna, affinché si ricordassero per tutta la vita come Dio aveva provveduto a loro in modo soprannaturale.
- La verga di Aronne. Dio aveva chiesto di mettere da parte una verga per ogni tribù, per un totale di 12 verghe. La verga di Aronne per la casa di Levi era fiorita e Dio chiese che fosse portata dentro l’arca come segno di monito verso gli ebrei, affinché fosse messo a tacere ogni mormorio. Le lamentele infatti rallentano il piano di Dio per noi, ieri come oggi…
Questi tre elementi ci ricordano l’importanza di tre cose: la Sua parola, che Egli provvede e di lasciare ogni lamentela.
Il popolo attraversò il Giordano e Dio chiese di mettere 12 pietre come testimonianza per il futuro.
L’uomo infatti tende sempre a dimenticare. Allora spesso abbiamo bisogno di qualcosa che ci aiuti a ricordare. Quel luogo significa rilasciare. Quel giorno infatti il popolo vide quanto Dio fosse stato fedele con loro.
Quando decidiamo di lasciare ogni cosa, ogni paura, ogni ferita, ogni situazione passata… allora siamo pronti a cominciare qualcosa di nuovo…
Il livello di fede del popolo di Israele doveva essere molto alto perché, dopo l’attraversamento del Giordano, si sarebbero trovati davanti ad un’altra grande sfida: fare crollare le mura di Gerico!
Ogni volta che il popolo aveva affrontato una sfida, Dio li lasciava fermi a mettere le tende affinché potessero concentrarsi sulla presenza di Dio e PREPARARSI per la prossima sfida e quindi per la prossima VITTORIA.
Dio conosce il nostro futuro e le sfide che attraverseremo. Noi non siamo Dio e non possiamo preoccuparci e pianificare ogni tappa. Non a caso la Bibbia dice “Basti a ciascun giorno il suo affanno”. Preoccupiamoci del presente, PREPARIAMOCI stando alla Sua presenza e Dio si prenderà cura del nostro domani …