(Genesi 48:8-20) 8 Quando Israele vide i figli di Giuseppe, disse: «Chi sono questi?». 9 Giuseppe rispose a suo padre: «Sono i miei figli, che DIO mi ha dato qui». Allora egli disse: «Deh, falli avvicinare a me, e io li benedirò». 10 Ora gli occhi di Israele erano offuscati a motivo dell’età, e non ci vedeva più. Giuseppe li fece avvicinare a lui, ed egli li baciò e li abbracciò. 11 Quindi Israele disse a Giuseppe: «Io non pensavo più di rivedere la tua faccia, ma ora DIO mi ha dato di vedere anche la tua discendenza». 12 Giuseppe li ritirò dalle ginocchia di suo padre e si prostrò con la faccia a terra. 13 Poi Giuseppe li prese ambedue: Efraim alla sua destra, alla sinistra di Israele, e Manasse alla sua sinistra, alla destra di Israele, e li fece avvicinare a lui. 14 Allora Israele stese la sua mano destra e la posò sul capo di Efraim che era il più giovane, e posò la sua mano sinistra sul capo di Manasse incrociando le mani, benché Manasse fosse il primogenito. 15 Così benedisse Giuseppe e disse: «Il DIO, davanti al quale camminarono i miei padri Abrahamo e Isacco, il DIO che mi ha pasturato da quando esisto fino a questo giorno, 16 l’Angelo che mi ha liberato da ogni male, benedica questi fanciulli! Siano chiamati col mio nome e col nome dei miei padri Abrahamo e Isacco, e moltiplichino grandemente sulla terra!». 17 Or quando Giuseppe vide che suo padre posava la sua mano destra sul capo di Efraim, ciò gli dispiacque; prese quindi la mano di suo padre per levarla dal capo di Efraim e metterla sul capo di Manasse. 18 Giuseppe disse quindi a suo padre: «Non così, padre mio, perché il primogenito è questo; metti la tua mano destra sul suo capo». 19 Ma suo padre si rifiutò; e disse: «Lo so, figlio mio, lo so; anche lui diventerà un popolo, e anche lui sarà grande; tuttavia il suo fratello più giovane sarà più grande di lui, e la sua discendenza diventerà una moltitudine di nazioni». 20 E in quel giorno li benedisse, dicendo: «Per te Israele benedirà, dicendo: “DIO ti faccia come Efraim e come Manasse!”». Così egli pose Efraim prima di Manasse.
Questa storia parla di famiglia, di generazioni, di grazia.
Giuseppe rappresenta il ruolo di un genitore, Giuseppe ha amato il Signore, non se ne è mai allontanato. Anche nei momenti di difficoltà non ha mai perso la sua fede.
Giuseppe ci insegna ad essere stabili nella fede.
Giuseppe è cresciuto in Egitto, ma la sua fede è rimasta stabile nonostante le vicissitudini, è sempre rimasto leale.
Il regalo per la nostra fede è la nostra futura generazione.
(2Pietro 1:10) Perciò, fratelli, sforzatevi sempre maggiormente di rendere sicura la vostra vocazione ed elezione perché, facendo queste cose, non inciamperete mai.11 Così infatti vi sarà ampiamente concesso l’ingresso nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. 12 Perciò non tralascerò di ricordarvi del continuo queste cose, benché le conosciate già e siate saldi nella verità che ora avete.
Giuseppe è rimasto fermo nel servire il Signore.
É diventato il migliore degli schiavi; lui ha deciso di benedire l’Egitto e la posizione in cui si trovava, perché riconosceva di trovarsi nella volontà di Dio per lui. Questo lo porterà a raggiungere il ruolo di vice-re.
Se Dio è con te, nessuno potrà fermare la sua opera nella tua vita.
Solo noi possiamo fermare l’opera di Dio perché non ci crediamo, perché ci stanchiamo di fare la volontà di Dio.
Giuseppe ha sempre cercato dei saggi consigli e ha sempre dato dei saggi consigli.
(Salmi 40:2 )Mi ha tratto fuori da una fossa di perdizione, dal fango della palude, ha stabilito i miei piedi su una roccia e ha reso saldi i miei passi.
(Proverbi 20:18) I disegni sono resi stabili dal consiglio; fa’ dunque la guerra con saggi consigli.
Bisogna cercare sempre il confronto, cercare di capire sempre qual è la scelta Santa, non la scelta giusta.
(Proverbi 4:26) Appiana il sentiero dei tuoi piedi, e tutte le tue vie siano ben stabilite
Giuseppe aveva pensieri stabili
Giuseppe avrà avuto momenti difficili a livello emotivo a causa delle difficoltà che ha dovuto affrontare fin da ragazzo, ma non ha mai lasciato il Signore.
(Proverbi 16:3) Affida all’Eterno le tue attività e i tuoi progetti riusciranno
Giuseppe ha due figli, il primogenito si chiamava Manasse.
(Genesi 41:51) Giuseppe chiamò il primogenito Manasse, perché disse: «DIO mi ha fatto dimenticare ogni mio affanno e tutta la casa di mio padre».
Manasse in ebraico השֶּׁ ְמַנ (Manasseh) significa dimenticare, lasciare andare, rimuovere il dolore. Giuseppe ha perdonato i suoi fratelli quando è nato suo figlio.
Uno dei più grandi problemi della nostra generazione è non riuscire a lasciare andare il dolore, non riuscire a lasciare andare le ferite, perché la mente fa riaffiorare momenti difficili vissuti nel passato. Questa è una delle più grandi bugie che satana vuole che tu ascolti, che il tuo passato condizioni quello che sarà il tuo futuro, invece quando tu ti appoggi alla volontà di Dio, riconosci che Dio ha trasformato il tuo dolore in pace, dimenticando il passato.
(Genesi 50:20) Voi avete macchinato del male contro di me; ma DIO ha voluto farlo servire al bene, per compiere quello che oggi avviene: conservare in vita un popolo numeroso.
Questa è la chiave spirituale con cui bisogna trasformare il male in bene.
Quando succede qualcosa di brutto, quando qualcuno ti ferisce, credi che Dio trasformerà questa situazione in bene.
Prima di vivere il futuro devi lasciare andare il passato, tu non devi essere il risultato di quello che è successo. Devi essere il risultato di quello che Dio vuole per la tua vita.
(Genesi 41:52) Al secondo invece pose nome Efraim, perché disse: «DIO mi ha reso fruttifero nel paese della mia afflizione».
Efraim da farah, essere fruttuoso, significa portare il doppio del frutto.
Israele quando prega per i suoi nipoti, inverte l’ordine, perché quando Dio ristora la vita di una persona, mette sempre la benedizione futura prima di quello che è successo nel suo passato.
Il frutto della grazia di Dio è trasformare.
Non pensare che Dio non possa mettere a posto la tua famiglia, per Dio nulla è impossibile. Il frutto del Signore è più grande del tuo passato.
Efraim diventa il regno più influente; Manasse è rimasto il regno più piccolo, ma rispetto a Efraim è rimasto fino alla fine della sua vita fedele al Signore. Efraim inizia con una grande benedizione, ma poi si allontana da Dio.
(Proverbi 18:12) Prima della rovina il cuore dell’uomo si innalza, ma prima della gloria viene l’umiltà.
(Genesi 48:22) Inoltre io do a te una porzione in più che ai tuoi fratelli: quella che conquistai dalle mani degli Amorei, con la mia spada e col mio arco».
(Genesi 33:18-20) 18 Poi Giacobbe, tornando da Paddan-Aram, arrivò sano e salvo alla città di Sichem, nel paese di Canaan, e piantò le tende di fronte alla città. 19 E comprò dai figli di Hamor, padre di Sichem, per cento pezzi di denaro, la parte del campo dove aveva piantato le sue tende. 20 Poi là eresse un altare e lo chiamò El-Elohey-Israel.
Il primo posto in cui ha costruito il suo altare per il Signore.
Questo è il luogo in cui Israele riconosce Dio, come il suo Dio personale.
La più grande eredità che puoi lasciare ai tuoi figli è quella di indicargli il luogo in cui possono incontrare Gesù.
Questo luogo è la tua cameretta segreta in cui puoi parlare con Dio, in cui trovi pace. Sichem per noi è il luogo dove s’incrocia promessa, conflitto e redenzione.