“Edificare l’altare è una mia responsabilità” Daniele Marsala

“Persone infuocate fanno famiglie infuocate, famiglie infuocate fanno una chiesa infuocata Persone spente, fanno persone spente, famiglie spente, fanno una chiesa spenta”

Atti 10:1-5

1 Or vi era in Cesarea un certo uomo di nome Cornelio, centurione della corte, detta Italica; 2 egli era un uomo pio e timorato di Dio con tutta la sua casa, faceva molte elemosine al popolo e pregava Dio del continuo. 3 Egli vide chiaramente in visione, verso l’ora nona del giorno, un angelo di Dio che entrò da lui e gli disse: «Cornelio!». 4 Ed egli, guardandolo fisso e tutto spaventato, disse: «Che c’è, Signore?». Allora l’angelo gli disse: «Le tue preghiere e le tue elemosine sono salite davanti a Dio, come una ricordanza; 5 or, dunque, manda degli uomini a Ioppe e fa’ chiamare Simone, soprannominato Pietro.

L’incontro tra l’Apostolo Pietro e Cornelio non è stato casuale, ma è stato un incontro soprannaturale, voluto dal cielo. Pietro neanche voleva incontrarlo, perché era romano ed era un gentile. Invece, Cornelio stava del continuo edificando un altare a casa sua, attraverso le preghiere e le elemosine, erano diventate come un memoriale, a tale punto che Dio dovette mandare un angelo a Pietro. Quando c’è un altare al cielo, il cielo si muove a nostro favore e quello che il cielo decreta, quello accade. Cornelio, con le sue preghiere aveva edificato un altare, e un altare sempre accesso, muove angeli. Cornelio era la porta d’ingresso della sua casa. Dio salvò Cornelio e tutta la sua famiglia. Il Signore ci chiama a essere un Cornelio per la nostra casa, e farlo dobbiamo iniziare ad alzare un altare.

Negli anni passati, Il nemico cercò di fermare la chiesa ma non può toccare la chiesa. Perché Gesù disse che Lui edificherà la sua chiesa e neanche le porte dell’inferno la potranno vincere.

Nella storia hanno cercato di distruggere la parola di Dio ma la Chiesta di Cristo è più forte che mai anche a distanza di anni. Dobbiamo essere Chiesa. Il diavolo sa che non può toccate le famiglie che hanno un altare o la chiesa stessa, e quindi cerca di toccare la mente del singolo. Cerca di spegnere la passione, di mettere dubbio, perché persone spente fanno famiglie spente e chiese spente.

Esodo 27:20

20 Ordinerai ai figli d’Israele che ti portino dell’olio di oliva puro di olive schiacciate, per la luce del candelabro, per tenere le lampade continuamente accese. 21 Nella tenda di convegno, fuori del velo che sta davanti alla testimonianza, Aaronne e i suoi figli terranno le lampade accese, perché ardano dalla sera al mattino davanti all’Eterno. Questo sarà uno statuto perenne tra i figli d’Israele per tutte le future generazioni».

In ebraico il termine usato per l’olio è Semen e nel nuovo testamento è Elaion. Questa parola è scritta in 213 versi e vuol dire olio puro. Dio, dà un’istruzione e parla della memorah (candelabro a sette braccia) che si trova nel tabernacolo, nel tempio. Questo passo ricorda Cornelio, perché lui aveva un altare sempre accesso e aveva alzato un memoriale. Le sue preghiere arrivavano a Dio come una ricordanza. Così Dio dà un’istruzione, che le lampade devono essere sempre accese, giorno e notte, e l’olio fresco si deve versare sempre, perché la fiamma di Dio non si deve spegnere mai.

Esodo 27:21

21 Nella tenda di convegno, fuori del velo che sta davanti alla testimonianza, Aaronne e i suoi figli terranno le lampade accese, perché ardano dalla sera al mattino davanti all’Eterno. Questo sarà uno statuto perenne tra i figli d’Israele per tutte le future generazioni».

Nel tempio la luce doveva essere sempre accesa. E questa era una responsabilità del sacerdote. Questa luce perpetua simboleggia la presenza continua di Dio.

Questa memorah – questa luce perpetua rappresenta cinque simboli: 1: LUCE COME PRESENZA DI DIO CONTINUA (SHEKHINAN)

  1. LUCE COME PRESENZA DI DIO CONTINUA (SHEKHINAN)
    La luce rappresentava che la presenza di Dio doveva essere sempre nel santuario
  2. LUCE COME FEDELTÀ E VIGILANZA SPIRITUALE
    Le lampade sempre accese richiamano la continua devozione e attenzione da parte del sacerdote, così come anche il cuore del credente, non dovrebbe mai cessare di pregare Dio (come Cornelio)
  3. LUCE COME GUIDA E RIVELAZIONE
    La luce è la metafora della parola di Dio
    Salmo 119:105 La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero.

  4. LUCE COME SIMBOLO DI SANTITA’
    Lui è tre volte santo, rappresenta la santità di Dio
  5. LUCE COME SIMBOLO DI PUREZZA
     l’olio per la memorah doveva essere l’olio di altissima purezza e solo i sacerdoti potevano occuparsene delle lampade, e questo evidenzia consacrazione.
  • TEMPIO – LAMPADA – OLIO – LUCE SEMPRE ACCESSA – SACERDOTI

Questi elementi li ritroviamo anche nel nuovo testamento. Il tempio dello Spirito Santo siamo noi. I sacerdoti siamo noi. Dio ci ha fatto re e sacerdoti.

La Memorah viene citata nel nuovo testamento nell’Apocalisse, quando si parla delle 7 chiese. E l’apostolo Giovanni vide il candelabro con le sette braccia. Il candelabro rappresenta la chiesa, le chiese, e nella chiesa il fuoco di Dio deve essere sempre accesso. Nel nuovo testamento abbiamo un’altra lampada, e la vediamo nella parabola di Gesù – delle 10 vergini che avevano 10 lampade, 5 avvedute e 5 non avvedute, 5 con l’olio prese dallo sposo e 5 senza olio. La lampada ci parla di noi. Dobbiamo assicurarci di avere l’olio perché Gesù sta tornando.

Se lo paragoniamo alla nostra vita, possiamo dire la nostra vita è una lampada che deve rimanere sempre accesa con quei cinque simboli della luce.

Nell’antico testamento la responsabilità di tenere sempre accesa la lampada non era una responsabilità di Dio o di Mosè. Era una responsabilità assegnata al sacerdote, ma con Gesù, nel nuovo testamento, la mia lampada non è una responsabilità della chiesa, del pastore ecc…è una mia/nostra responsabilità, è nostro dovere. Il Signore ci dice: “Non guardare né a destra né a sinistra, ma tu guarda la meta corri la gara, Perché il Signore metterà olio continuamente nella tua vita e la tua lampada non si spegnerà mai.” Cornelio non aveva fatto la scuola biblica, non conosceva gli apostoli, però Cornelio aveva alzato un altare nella sua casa.

Dio ci dice: “Guarda il tuo obiettivo e usa le armi spirituali, la preghiera, la parola profetica, l’autorità che tu hai nel nome di Gesù.”

Apocalisse 1:5

5 e da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dai morti e il Principe dei re della terra. A lui, che ci ha amati, ci ha lavati dai nostri peccati nel suo sangue, 6 e ci ha fatti re e sacerdoti per Dio e Padre suo, a lui sia la gloria e il dominio nei secoli dei secoli. Amen.

1 Pietro 2:9

9 Ma voi siete una stirpe eletta, un regale sacerdozio, una gente santa, un popolo acquistato per Dio, affinché proclamiate le meraviglie di colui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua mirabile luce;

Dio ci ha dato una chiamata, e tutti noi vogliamo la presenza di Dio e vogliamo esser luce, ma pochi sono disposti a pagare il costo di essere lampada, che significa essere svuotati, ed essere riempiti del suo olio. Essere lampada costa, ha un sacrificio, ma è la luce di Dio con te. Essere luce significa iniziare a dichiarare anche parole profetiche.

Gedeone, era un ragazzo spaventato, ma quando arriva l’angelo del Signore Dio lo chiama forte e valoroso. Dio inizia a chiamare le cose non sono come se fossero. La parola profetica è nelle nostre labbra. Ciò che il cielo dichiara, niente può fermare ciò che il cielo ha dichiarato nel nome di Gesù. Per fede dobbiamo iniziare a dire dichiarazione profetiche perché noi abbiamo l’autorità. Il diavolo non ha nessuna autorità. Non dobbiamo accordarci con le cose negative. Siamo noi che apriamo delle porte quando facciamo dichiarazioni negative. Dobbiamo dichiarare nel nome di Gesù sui nostri figli, dobbiamo dichiarare la parola profetica. Dobbiamo dichiarare che Io e la mia casa serviremo l’Eterno. Il Signore ci dato l’autorità – exocia, la potenza – dunanism per scacciare il male, il nemico lo sa che abbiamo l’autorità per calpestarlo nel nome di Gesù. Il diavolo vuole spegnerci, e vuole farci vedere le cose in modo naturale, mentre se iniziamo a vedere sempre le cose negative non sono suggerite dallo spirito santo ma è il diavolo, perché in maniera sottile vuole far spegnere la tua casa, presentandoti accuse contro gli altri. Piu noi guardiamo a Dio, più Dio ci farà guardare in profondità nella nostra vita. Più il tuo sguardo è verso Dio, più lui ti farà vedere cosa tu devi cambiare su te stesso, e non sugli altri. Dio non ti farà vedere cose che gli altri devono cambiare. Se tu stai iniziando a vedere questo, vuol dire che c’è un altro che sta parlando alla tua vita, ma non è Dio. Dio ci chiama a vegliare su noi stessi e nella cena del Signore, invita ad ognuno di noi ad esaminare sé stesso.

Ci sono dei talenti, doni, propositi che sono sbloccati, perché le persone hanno iniziato a guardare le circostanze, i fratelli. E ‘sempre è una nostra responsabilità. Quando tu hai il fuoco accesso nella tua vita, non puoi seppellire la chiamata. I cristiani non camminano per sentimenti o per emozioni, ma per fede e con ubbidienza.

Le radici del peccato sono tre:

  • Concupiscenza della carne: il frutto era buono da mangiare;
  • Concupiscenza occhi: era piacevole agli Quando noi vediamo le cose, la chiesa o i fratelli, non più con gli occhi di Dio, ma come il diavolo vuole che noi le vediamo col sussurro diabolico.
  • Orgoglio della vita: desiderabile per renderli

Mentre noi stiamo ricevendo l’olio e siamo in comunione con Dio, a volte si iniziano a guardare i fratelli, e il diavolo mette dubbi, ed è proprio lì che si interrompe la connessione con Dio e non stai più ricevendo l’olio. Quando noi vediamo con accusa e giudizio i fratelli e la chiesa, non è Dio che ci fa guardare. La Bibbia afferma che l’accusatore dei nostri fratelli e il diavolo. Cristo guarda i fratelli con amore e grazia. Quando condanniamo dobbiamo stare attenti che voce udiamo, e cosa stiamo guardando, perché, il diavolo vuole creare divisioni e separare la chiesa.

La messa è grande ma pochi sono gli operai, pochi sono disposti a essere lampada e ha svuotarsi del loro carattere, e servire nella vigna del Signore. Dio vuole fare qualcosa nella tua vita, Dio ha qualcosa da darti, Dio vuole fare qualcosa con noi.

Paolo disse: “tieni lo sguardo fisso alle cose di lassù e non alle cose di quaggiù”.

Il nostro compito è continuare ad amare, sostenere, pregare, esortare, incoraggiare, aiutare. Dio non ci ha chiamati ad osservare o a giudicare gli altri o a vedere l’errore dei nostri fratelli quando sbagliano.

Luca 6:36

Ma amate i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete i figli dell’Altissimo, perché egli è benigno verso gli ingrati e i malvagi. 6 Siate dunque misericordiosi, come anche il Padre vostro è misericordioso. 37 Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato. 38 Date e vi sarà dato: una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata in seno, perché con la misura con cui misurate, sarà altresì misurato a voi».

Non giustifichiamo il peccato, ma giustifichiamo il peccatore, perché il sangue di Gesù è stato versato per TUTTI. Gesù non condannava, era lì e diceva:” Vai e non peccare più”. L’unico che poteva giudicare è Gesù stesso, ma lui ci ha perdonato e con la sua grazia e ci ha giustificato.

Il Signore ci chiama ad amare SEMPRE, anche Se un tuo fratello continua a sbagliare, dobbiamo:

AMARE – PREGARE – SOSTENERE – AIUTARE E PERDONARE.

Il Signore perdonò Davide e Saul perché loro erano gli unti del Signore. Anche noi dobbiamo essere re e sacerdoti.

Non lasciamo che la ragione ci porti lontano da servire Dio, ma Dio ci invita a prendere la nostra ragione e a deporla nell’altare di Dio, e confessare che non è la mia giustizia ma la Sua giustizia. Il Signore ci invita a non mettere legna nell’altare sbagliato, ma a metterla da parte per l’altare del Signore.